

Se fossi una poetessa
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PING PONG E’ una pallina da ping pong la mia vita una volta di qua e una volta di là colpita a turno da tiri affrettati. Controllo Velocità Rotazione… Agli attacchi rapidi e violenti risponde un gioco di difesa a limitare i danni. Attacco Difesa Servizio Rinvio Diritto Rovescio… Colpita rimbalzo sul piano di gioco ricado stremata oltre la sponda riprendo la sfida con un lancio ad effetto. Gioco duro Gioco veloce Gioco libero… Sul tavolo della vita provo a giocare la partita e che sia bella… Al diavolo la vittoria!
MASHA E IL VENTO Il vento della libertà soffia tra i tuoi capelli e gonfia di speranza il cuore lacerato testardo di vita. L'eco del suo battito segna il passo deciso della marcia delle donne sue compagne di viaggio verso un nuovo mondo. Oscuro il cielo lontano come manto nero la terra e dalle crepe dei colpi sferrati dalle bestie sgorga un fiume rosso sangue. Una pioggia di fili neri fragile come un desiderio forte come una fede vera scende lentamente a lavare la terra. Si posa come balsamo sulle ferite antiche sui semi antichi sopravvissuti al deserto che ora risoluti germogliano. Sbocciano fiori imperiosi dai petali come ciocche di capelli di giovani donne. Mille e mille colori ricoprono i solchi lacerati. Si innalza il canto di una donna e poi di tante donne ancora. Canta il vento tra i fiori canta il vento tra i capelli sciolti delle donne iraniane. Vibra forte nell'aria La voce mai sopita della libertà.
FINALMENTE INFINITO In quest’attesa vuota di speranza si scontrano spietate paure antiche liberate dal tempo e sogni nuovi che non hanno più senso. Rassicuranti parole inutili si frantumano all’aria e la verità taciuta riempie il silenzio. Mentre il tempo dilata il dolore e si fissa accanito su quel letto disfatto il grido silente di chi tesse il destino avverte spietato che non c’è più tempo. Non c’è più tempo sorella cara per i nostri bizzarri progetti sognati non c’è più tempo da condividere insieme ai giorni di festa non c’è più tempo per trovarci a scrutare parole ed affetti per l’allegria di un tempo sorella cara non c’è più tempo. Adesso però lasciate che io gridi la mia rabbia impotente in cui resterà il marchio della rivolta al destino. Lasciate che io dichiari prima che sia sera in un tenero abbraccio l’affetto scontato e taciuto. Lasciate che bisbigli preghiere e rosari in cui perdermi ancora in un sogno salvifico. Lasciate che ascolti nel suo triste silenzio i ricordi e l’addio come doni preziosi. Questo spazio sospeso non ti appartiene. Tu esangue nel letto sei donna sanguigna sei vita che urla nella lotta impotente sei un canto alla vita nella tua danza di morte. Non ti lasceremo sola sulla soglia intrecceremo i capelli e ti siederemo accanto cullandoti al cuore con nenie silenziose. Ti accompagneremo al porto stasera con la tristezza certa degli addii e i cuori gonfi d’un verso d’amore. Ti fermerai ancora un po’ con noi come sempre come ancora senza andare lontano mentre volteggerai leggera nell’aria come pulviscolo a primavera. Legheremo le stelle ad una ad una con fili colorati di ricordi e speranze per segnarti la strada e illuminarti il cammino e stringeremo un capo di questa matassa per non perderti mai. Avrai ali immense per volare negli spazi infiniti e radici profonde ancorate ai ricordi. “Finchè morte non vi separi”… Mai tu morirai al nostro amore e per questo vivrai immortale. Ci parleremo in silenzio tutte le cose non dette aspetteremo le orchidee fiorire alla finestra e ci faremo accarezzare dalle tue mani nel vento e asciugare la pioggia che ci scorre sul viso sorrideremo grati la gioia di aver camminato insieme. Una lunga immensa catena d’amore legherà per sempre il passato e il presente la vita e la morte. Perché la morte È un attimo Ed anche la vita E solo l’amore vivrà eterno. Domani… domani impareremo ad ascoltarti nel silenzio e ad accarezzarti nelle acque del Sinni e a trovarti nei mille frammenti che hai lasciato nei cuori. Oggi però è il giorno dell’addio. ingoieremo il pianto per lasciarti andare senza rimpianti. Tutti insieme sul limite indosseremo i vestiti della festa e intoneremo i canti e il nostro grande abbraccio ti darà lo slancio verso la luce e ti consegneremo tra le braccia di Dio e tu sarai finalmente infinito. Amen.
A MIO PADRE Sei venuto una mattina, le spalle ancora più curve per la fatica del tempo il respiro affannato come musica melanconica e alle mani un tremito che cercava riposo. Sei venuto inaspettato a salutarmi prima di partire teneramente padre in quel tuo abbraccio fragile testardamente forte nel giocare alla sorte serenamente pronto ad affrontare il viaggio. Dissolta nello stupore la paura mi regalasti un sorriso che conservo ancora. Sei ritornato una notte mentre non ti aspettavo che ti sapevo lontano e bussasti al sogno. Fu il flauto calmo del tuo respiro a scuotermi e ti venni incontro. Sei tornato all’improvviso a darmi il tuo ultimo addio con un abbraccio di luce sulla soglia d’un cielo nuovo. Mentre il silenzio ci svelava i cuori nelle vene pulsava inaspettato come soffio di vento d’estate un sentimento troppo a lungo cercato e il pianto come rugiada fresca come vortice di gioia sulla pelle avvolse entrambi prima del distacco. Padre teneramente amato in un breve abbraccio infinito. Padre testardamente ritrovato e finalmente incontrato per sempre. Padre serenamente conosciuto oltre lo strappo che credevo estremo. Inondato di luce è il tuo ricordo… Vortice luminoso di gioia scintillante che ti ha portato via e ti ha donato a me per sempre.
COME MI APPARI Folle ti voglio E privo di senno, così da averti tra le mie braccia perso, e la tua mente e il cuore e le tua membra dominare, io, tua signora e tiranna. Tenero ti desidero E fanciullo, mentre ti offri alla dolcezza seducente, e i baci e i giochi e le carezze insegnarti io, tua strega e maestra. Maschio ti bramo E forte Mentre mi prendi Deciso E mi travolgi Spavaldo E disarmata E doma Abbandonarmi, Io, tua schiava e conquista. Amante ti cerco E misterioso per incontrarti complice Al desiderio E così intrecciati Al piacere E alla gioia svelarmi Io, tua musa e sirena. Compagno ti conosco E amico Nell’armonia Dei pensieri E dei gesti Condivisi In quella intimità In cui sempre Rivelarmi Io, tua donna e tua sposa.
MADRE E FIGLIA Tra noi erigemmo barriere di parole e inaccessibili muri di silenzio e ci misurammo in battaglie furiose in cui era in gioco la mia e la tua visione del mondo. Forti eravamo e tenaci e avversarie perché tu madre e figlia io. Ci siamo incontrate negli spazi ampi e soleggiati dell’essere spose e madri a tessere i fili della confidenza e a soccorrere le nostre speranze. simili ci siamo scoperte e amiche e confidenti perché tu donna e donna anch’io. Ti ritrovo fragile e sperduta nell’avanzare degli anni incerta e tenera nell’affrontare i giorni e ti cullo nell’anima. e ci parliamo i silenzi e ci sorridiamo gli sguardi e ci sfioriamo i ricordi perché io madre e tu figlia mia.